


Kind of a strange format for modern readers, but it was a very common literary device used in the time period to make the stories carry more weight (as if they are coming to readers/listeners by divine intervention). Unlike the Poetic Edda (which I have yet to read) the Prose Edda presents the stories of the Norse gods and the formation of the world in short, digestible form and generally presents them as an oral story being told to a character within the book itself. Obviously modern scholars are working with very old manuscript copies of the work, so for all we know large portions of it are missing entirely, but the style of the book is also meant to be very concise.

( )įor all that I know about mythology, the more I read of the original collections the more I realize that I don’t know! The Prose Edda is considered the seminal collection of Icelandic Norse mythology, even though it’s a surprisingly small book - and seemingly very slim in terms of actual story. In questa parte, si racconta anche il mito di un certo anello che sarebbe stato la rovina di chiunque l’avesse posseduto: di certo farà la gioia dei fan di Tolkien, che riconosceranno parecchie similitudini con l’opera del professore. Gli Skáldskaparmál, “Il linguaggio poetico”, si concentrano, come dicevo testé, sulle kenningar e si preoccupano di dare loro un senso raccontando i miti ai quali si riferiscono. Il Gylfaginning, “L’inganno di Gylfi”, racconta diversi miti incentrati sulla cosmogonia e le divinità principali: probabilmente non è male avere qualche conoscenza pregressa di mitologia nordica prima di affrontare la lettura dell’ Edda di Snorri, visto che non si tratta proprio di un racconto lineare, ma di un botta e risposta tra Re Gylfi e Hár, Iafnhár e Thridhi. Questa edizione Adelphi contiene il Gylfaginning e gli Skáldskaparmál, ma non il Formáli, il prologo, (del quale però viene inserito il primo capitolo in nota) e Háttatal, dove l’autore si occupava di metrica. L’opera in prosa di Snorri Sturluson si presenta come un manuale per scrivere e capire la poesia, soprattutto le kenningar, perifrasi che spesso facevano riferimenti al mito, rendendone necessaria la conoscenza per la comprensione (e la composizione) dei testi. Per me Edda è stato un tuffo nel passato, quando leggevo tonnellate di miti: soprattutto greci e latini, ma non disdegnavo tuffi in quella egiziana, nordica, cinese, e via dicendo. Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog -> La siepe di more
